• martedì , 26 novembre 2024

Indagine Confindustria sul lavoro 2019

Politiche di remunerazione e organizzazione del lavoro sempre più disegnate in funzione delle esigenze di lavoratori e aziende. Giovanna Labartino, Francesca Mazzolari e Giovanni Morleo sono gli autori di un dettagliato articolo di indagine sul lavoro 2019 portato avanti dal Centro Studi di Confindustria, a cui AICQ Nazionale rimanda.

– L’annuale indagine Confindustria sulle condizioni dell’occupazione nelle aziende associate registra che nel 2019 nell’industria in senso stretto il 66,1% dei lavoratori sono coperti da un contratto aziendale che prevede l’erogazione di premi variabili collettivi. La contrattazione aziendale di contenuto economico è meno diffusa nei servizi, dove i lavoratori coperti sono il 48,7%.
– La quota di aziende che stipula tali contratti si ferma mediamente al 29% nell’industria al netto costruzioni e al 13,7% nei servizi – percentuali più basse rispetto a quelle della forza lavoro coperta data la maggiore diffusione dei premi nelle imprese più grandi.
– Negli ultimi anni, anche sulla scia del regime fiscale agevolato riconosciuto in via strutturale alle retribuzioni premiali legate ad incrementi di produttività aziendale, la diffusione della contrattazione di secondo livello è cresciuta sia nell’industria sia nei servizi. Sulla base delle risposte delle imprese che hanno partecipato all’indagine in ciascuno degli ultimi tre anni, è infatti aumentata tra i 2 e i 5 punti percentuali, a seconda della dimensione aziendale.
– Oltre alla corresponsione di premi, più di un quarto dei contratti aziendali prevede oggi la possibilità che questi siano convertiti in welfare (35%). La previsione di tale opzione è in forte crescita, su livelli pari a oltre a una volta e mezza rispetto a quelli del 2018.
– La diffusione di forme di partecipazione dei lavoratori agli utili e quella di forme di coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell’organizzazione, pur attestandosi su livelli decisamente più bassi, sono altresì in crescita, raggiungendo nel 2019 rispettivamente il 4,8% e il 7,8%.
– Il 60,2% delle imprese associate mette attualmente a disposizione dei propri dipendenti non dirigenti almeno un servizio di welfare. La forma più diffusa si conferma l’assistenza sanitaria (45,9%), seguita da previdenza complementare (28,7%), mense (21,1%) e fringe benefits (19,7%). Più bassa la diffusione di “carrello della spesa” (9,8%) e contributi per l’assistenza a familiari anziani o non autosufficienti (3,8%), ma per entrambe le voci si stima una forte crescita dal 2017 sulla base del campione di imprese osservate anche negli anni precedenti.
– Nel 2019 quasi un’azienda associata su 10 (1 su 5 tra quelle di grandi dimensioni) ha introdotto forme di “lavoro agile”, ovvero modalità di svolgimento del lavoro flessibili in termini di orario e luogo. Nel campione longitudinale la diffusione del cosiddetto smart working risulta in forte aumento, quasi raddoppiando tra 2018 e 2019.

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